MONTEFORTINO – Per capire quanto siano importanti le api e per conoscere da vicino la loro organizzazione, i ragazzi delle comunità educative per minori “La Priora” e “Le Sibille” di Montefortino, gestite da PARS, sono protagonisti di un progetto che prevede diversi incontri con un apicoltore del territorio.
Un momento importante nel quale i ragazzi imparano anche alcune nozioni e tecniche di un mestiere complesso come quello dell’apicoltore, ed acquisiscono i valori che sono alla base di quest’attività: il rispetto per la natura, l’importanza dell’attesa, la stagionalità.
Un progetto che nasce per dare continuità ad azioni intraprese qualche anno fa insieme al Comune di Cessapalombo, ad alcune associazioni e ad altri apicoltori del territorio. Due gli obiettivi principali: da un lato divulgare l’importanza degli insetti impollinatori (in particolare le api mellifere come soggetti fondamentali alla biodiversità) e dell’impollinazione che ne dipende; dall’altro promuovere il piccolo ma caratteristico borgo di Cessapalombo. Il progetto prevede sei attività sia teoriche che di campo attraverso le quali i ragazzi conosceranno il meraviglioso mondo degli insetti impollinatori.
Diego Coperchio è un apicoltore volontario che collabora con l’azienda agricola di Serena Ottavi, a Montalto di Cessapalombo, nell’apiario situato a 1100 metri di altitudine sul Monte Pietrella, nel Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Proprio lui spiega nel dettaglio il progetto: «Nello specifico ci si allenerà a riconoscere le pratiche degli apicoltori, muovendosi in autonomia nella creazione di nuove famiglie di api, con il fine di produrre il cosiddetto nettare degli dei: il miele. Dopo le prime quattro lezioni passeremo insieme in laboratorio per raffinare il prodotto sino ad arrivare all’allestimento di un mercatino locale per promuovere il lavoro svolto. Un progetto che a mio avviso permetterà a questi ragazzi di avvicinarsi alla natura e di comprenderne il valore. Il rispetto nei confronti della natura è l’arma vincente che l’apicoltore possiede per fare sì che la propria attività sia continua».
A seguire il progetto c’è l’educatrice Benedetta Francescangeli, che dichiara: «Questa è un’esperienza che, seppur difficile, ci sta regalando tanto. I ragazzi sono impazienti di indossare tute e scafandri per entrare nel vivo degli incontri. Sono interessati a qualcosa di nuovo, un’esperienza che può diventare per loro una seconda possibilità, un secondo lavoro o semplicemente un hobby. Già dopo la prima lezione avevano memorizzato tanto e stanno già pensando al prodotto finale. È bello vedere tanta curiosità nei loro occhi».