Quando la montagna diventa scuola di vita: i ragazzi della comunità “L’isola che non c’è” saliti sul monte Vettore

ESPERIENZA – Ci sono esperienze uniche che fanno arrivare a due passi dal cielo, a scoprire i propri limiti e a andare oltre le difficoltà. È una esperienza così quella vissuta da 15 ragazzi ospiti della comunità L’isola che non c’è, adolescenti che vivono un percorso di crescita e di recupero nel cuore di Fermo. Nei giorni scorsi i ragazzi, col supporto del Cai, sono stati accompagnati da 6 educatori alla scoperta del Monte Vettore, fino al rifugio Zilioli.

Ci sono volute quasi tre ore di cammino, uno sforzo collettivo grande e la consapevolezza di dover procedere tutti uniti, per raggiungere la cima. L’arrivo in serata dove poi si è riposato qualche ora, ospiti proprio del Cai, per poi riprendere il sentiero in piena notte e raggiungere la vetta in tempo per vedere l’alba. La sfida più grande, un risultato che ha dato a tutti l’idea di poter superare qualsiasi difficoltà.

Al rientro, sempre a piedi e con lo zaino in spalla, sono stati accolti alla bottega della Cuccagna, a Montemonaco, dove hanno gustato un’ottima merenda offerta con generosità dai titolari. Un’esperienza che resta nel cuore di tutti, anche degli educatori, a partire da Michele Perticarini che ha organizzato il tour, con Annalisa Carlini, Giulia Catalini, Andrea Verdecchia, Matteo Granatelli, Elena Macchiarulo, come spiega il presidente della cooperativa, Sandro Ferri: «Con tutti i dispositivi di sicurezza necessari, hanno avviato questo viaggio nel cuore della montagna non sapendo come i ragazzi avrebbero reagito. Con la guida sicura degli educatori e con l’entusiasmo della loro giovane età ce l’hanno fatta, si sono aiutati a vicenda, si sono anche arrabbiati e stancati tanto ma poi hanno vinto le loro resistenze. È davvero un regalo che la montagna fa, quello di metterti di fronte ai tuoi limiti e di farti capire che se ti impegni puoi cambiare le cose, in meglio».