FERMO – Gli ex allievi dell’iter Carducci, guidati da Enrico Paniccià, continuano il loro impegno per dare ai giovani studenti dell’ITET di Fermo l’opportunità di incontrarsi e confrontarsi con personalità di alto profilo del territorio e non solo. Infatti, per l’a.s. 2024/2025 il calendario delle attività di Orientamento e PCTO è stato organizzato in sinergia tra l’I.T.E.T. G.B. Carducci Galilei C.P.I.A. e l’Associazione ex allievi Noi del Carducci Galilei.
Il primo incontro, dei quattro in programma, ha ospitato stamattina nell’aula magna “A. Battista” l’intervento di Alvaro Cesaroni, fondatore della SIGMA, capitano di industria e allievo della Scuola di Olivetti. Con lui le classi 3A RIM, 4A RIM, 3A SIA e 4A SIA.
Piero Mennò, vicepreside dell’Istituto, ha fatto gli onori di casa, mentre a Fabio D’Erasmo, dell’Associazione Ex Allievi, è andato il compito di presentare agli studenti la figura di Alvaro Cesaroni, imprenditore visionario, sognatore tenace e coraggioso, capace di sfidare i colossi mondiali del tech. Cavaliere del lavoro, già Sindaco di Comunanza e fondatore e Presidente del Consiglio di amministrazione di SIGMA S.p.A., uomo legato al territorio in cui è nato, e dove investendo è riuscito nell’impresa di costruire una brillante storia di successo nel solco della tradizione Olivettiana.
Cesaroni ha raccontato la sua esperienza di imprenditore e di uomo ai ragazzi, esortandoli allo studio e al sacrificio, perché “la vita non regala niente a nessuno”. Ha ripercorso la sua vita con la semplicità e l’umiltà che contraddistinguono le menti brillanti. È partito dagli anni della scuola superiore, ricordando che le lezioni a scuola erano sia al mattino che al pomeriggio e la notte era solito studiare, perché la scuola era dura e bisognava lavorare con costanza e sacrificio. Un sacrificio e una perseveranza che si è portato nella vita e di cui ha fatto tesoro.
Terminati gli studi a Fermo, si iscrive all’Università a Roma, e pochi mesi dopo riceve due offerte di lavoro: IBM e Olivetti. Senza pensarci rifiuta l’offerta di IBM, e accetta la sfida di Olivetti che gli offre due anni di formazione in azienda a Ivrea, in quella scuola di espressione olivettiana in cui venivano formati quelli che “Adriano” definiva gli “ingegneri di fabbrica”. La lettera di assunzione, racconta Cesaroni, la tiene ancora incorniciata e porta la firma del letterato Paolo Volponi, che in Olivetti era il capo del personale.
La Olivetti dell’epoca ospitava oltre 40.000 lavoratori e Cesaroni faceva parte di un gruppo di 100 ricercatori che lavoravano allo sviluppo dei primi mini computer. La Apple e Microsoft non esistevano e l’Italia di Olivetti era l’avanguardia sul fronte di quella tecnologia dell’informazione che qualche anno più tardi avrebbe guidato il mondo. Cesaroni nel racconto si sbilancia, e narra di come quell’appassionato gruppo di ricerca che aveva raggiunto i suoi obiettivi ed era pronto a lanciare sul mercato il primo pc del mondo, di punto in bianco si dovette fermare, senza una spiegazione apparentemente logica e che avrebbe trovato risposte, ad oggi non ancora chiare, quando solo pochi mesi dopo arrivarono sul mercato mondiale, marchiati da una ditta statunitense, i primi computer che di fatto erano quegli stessi prodotti a cui avevano lavorato loro in Olivetti.
Non ne avremo mai le prove, ma l’Italia aveva perso la guerra, dice Cesaroni, e quello forse fu il prezzo che il Paese dovette pagare in segno di riconoscenza. Fatto è che poi la Olivetti finì come finì, ma la cultura olivettiana si diffuse e l’esperienza di quegli anni è resta in Cesaroni che ne ha fatto le fondamenta di quella che sarebbe stata la SIGMA. La Fabbrica di Olivetti era un soggetto sociale: “La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica”. Questo insegnamento di Olivetti ripreso da Cesaroni in SIGMA si è tradotto in una “fabbrica” di donne e uomini per donne e uomini.
Dalla Olivetti, Cesaroni passa alla Telettra di Floriani, altro imprenditore visionario, fino al momento in cui matura l’idea di creare qualcosa di proprio. È così che in una estate a Porto San Giorgio coinvolge alcuni colleghi e amici e lancia il progetto SIGMA. Non lascia subito il lavoro, ma per un periodo di tempo si dedica alla costruzione del progetto SIGMA durante la notte, perché di giorno continua a lavorare in Telettra. Risponde agli studenti che gli chiedono cosa significhi SIGMA: Società di Informatica Generale Marche. L’idea vedeva lo sviluppo di software e di macchine intelligenti, come la ESATTA con cui la SIGMA si lancia sul mercato.
Oggi la SIGMA è una multinazionale di successo con sede a Monterubbiano, ma capace di competere nel mondo sia nei prodotti che nella rete di servizi di assistenza, spaziando dal settore finanziario a quello ferroviario.
Tutti parlano di Intelligenza artificiale, dice Cesaroni, ma pochi sanno che in SIGMA il primo algoritmo di AI fu industrializzato 20 anni fa. Questo solo grazie alla qualità del capitale umano proprio dell’azienda, i dipendenti infatti devono sentirsi la fabbrica come una cosa loro, solo così si può costantemente competere sul mercato.
Alvaro Cesaroni ha salutato i ragazzi esortandoli a studiare con sacrificio, a puntare con determinazione e coraggio agli obiettivi, senza avere paura di confrontarsi nel mercato della vita. Un caloroso applauso di ringraziamento da parte degli studenti ha chiuso l’incontro con un uomo che ha portato il fermano ai vertici mondiali del settore tech.