FERMO – Abbiamo intervistato il primo cittadino di Fermo, Paolo Calcinaro. Una chiacchierata in cui il sindaco ha illustrato i progetti per la città che è in continua crescita ed è stato chiaro in merito ad una sua candidatura alla prossime elezioni regionali.
Sindaco, Fermo è una città che è cambiata tanto negli ultimi anni. Merito, sicuramente tuo che hai saputo dare un’impronta importante, ma d’aiuto sono stati i tanti fondi che sono arrivati tra Pnrr, fondi per la ricostruzione, finanziamenti regionali. Brava la tua amministrazione e gli uffici ad aver intercettato tanti milioni, anche perché i soldi non cadono dal cielo, bisogna saper presentare i progetti giusti e avere le giuste idee. Bravi anche a destinare buona parte dei soldi nell’edilizia scolastica. È su questa che voglio concentrarmi. Cito qualche intervento: nuovo polo scolastico a Campiglione e la Da Vinci. Come stanno procedendo i lavori?
Abbiamo tre grandi progetti che si stanno svolgendo. Uno è l’adeguamento e l’efficientamento del plesso di Molini, vari milioni da pnrr che sta andando quasi in porto e dovremmo esserci per settembre. L’altro intervento è quella del raddoppio dell’asilo nido a Campiglione che andrà a completare il Polo. Ma la grande sfida sarà quella che comincerà nella seconda parte di questa estate con la demolizione e la ricostruzione della Leonardo Da Vinci con i fondi per la ricostruzione. Quello che è stato fatto con il nuovo polo per la Betti-Fracassetti, una struttura innovativa, moderna e sicura, verrà replicato per la Da Vinci e sarà un’operazione che non si concluderà in pochi mesi.
A breve sarà operativo il nuovo ospedale a Campiglione di Fermo. Tutti i servizi si sposteranno dal Murri alla nuova struttura e si sta ragionando su quale sarà il futuro del vecchio ospedale? Come amministrazione avete già in mente qualche destinazione?
Assolutamente sì. Abbiamo già depositato un ordine del giorno che andrà in consiglio comunale perché vogliamo rendere pubblica e ferma la nostra idea di futuro. Innanzitutto bisogna partire con quello che di sanitario deve rimanere e questo può dircelo solo l’Ast e la Regione. Spero che ci sia un’importante casa di comunità con servizi radiologici e ambulatoriali per alleggerire il pronto soccorso. Una nostra idea è portare quello che rimane dell’Inrca e poi capire quanta parte rimane scoperta del Murri. A questo punto credo che la sede della Provincia sarebbe precisa, in modo da liberare gli uffici nella vecchia sede per le nostre scuole superiori. Oppure il convitto dell’Iti Montani, anch’essa una manovra importante.
Non posso non farti una domanda politica. Sei stato, se non il precursore del civismo, quello che più ha dato dimostrazione che non servono i partiti per far funzionare bene un’amministrazione. Il prossimo anno ci saranno le elezioni regionali, hai già dichiarato che non indosserai nessuna casacca partitica ma ciò non esclude una tua candidatura civica. Ci stai ragionando a questa ipotesi? E, sempre riguardo le elezioni, nel 2026 si voterà anche a Fermo. Hai già scelto il tuo erede?
Sono concentrato sulle tante cose da fare a Fermo più che su queste dinamiche. Nel 2015 e nel 2020 ho chiesto la fiducia ai cittadini come civico, fuori dalle dinamiche partitiche e mi hanno dato la loro fiducia. Non voglio cambiare le carte in tavola perché la fiducia dei cittadini è importante. Non ho il tarlo fisso per le regionali perché la mia priorità è quella di cercare di dare una continuità sulla nostra città. Lo abbiamo fatto con una squadra che ha l’idea di lavorare prima per Fermo e credo che ci siano elementi validi che siano in grado di pensare con questa mentalità, cioè di focalizzarsi sulle problematiche cittadine mettendo in secondaria parte le ideologie politiche e le tattiche partitiche che, abbiamo visto anche nei comuni vicini, portano a delle paralisi amministrative. Non ho scelto nessun delfino. È ovvio che arriverà tra qualche mese il momento di fare una sintesi ma oggi abbiamo ancora un anno con tanti progetti aperti e quello che dico è lavorare, lavorare e lavorare.
Dieci anni da sindaco. In che modo è cambiata Fermo, se gli obiettivi che ti eri prefisso sono stati in parte raggiunti e che città lascerai?
Fermo è molto cambiata. Era una città sfiduciata e oggi è molto viva (cosa che va al di là del singolo evento) e che crede in sé stessa ed è credibile agli altri. Non ci sentiamo più il brutto anatroccolo dei capoluoghi di provincia marchigiani e questo anche grazie alla grande mole di finanziamenti. Voglio ringraziare la politica regionale perché abbiamo ragionato non in quadri in cui andavano avanti gli amici degli amici ma i buoni progetti e la buona amministrazione. Questi finanziamenti e tutti i lavori danno la cifra di quanto può essere attiva Fermo. Molto la abbiamo migliorata dal punto di visto turistico (ogni weekend abbiamo 1000 ingressi nei musei) e abbiamo aumentato la cifra universitaria. Abbiamo anche dovuto tenere in un periodo difficile tra sisma, pandemia, inflazione, caro energia e dazi: non essere andati a picco in questo periodo vuol dire già tanto e anzi, essere riusciti a svilupparsi con realtà nazionali e internazionali che insediano la loro attività produttiva su Fermo credo che sia un segno molto importante.