Arretramenti A14 e Fs, l’imprenditore Ubaldo Belletti: «Necessari per lo sviluppo turistico»

Continuano le dichiarazioni degli imprenditori che condividono il progetto di arretramento della ferrovia e della bretella Porto Sant’Elpidio – Mosciano. Oggi è la volta di Ubaldo Belletti, titolare del Formificio Enzo di Sant’Elpidio a Mare.

«Gli arretramenti sono necessari. Spero di vivere abbastanza da poterli vedere. Sono un’urgenza che già si appalesava 50 anni fa». Perché? «Perché dobbiamo accorciare i tempi di percorrenza delle merci; perché dobbiamo rilanciare l’entroterra; perché ce lo chiede lo sviluppo turistico. Perché le infrastrutture, da che mondo è mondo, portano la crescita dei territori».

E l’impatto ambientale? «Un po’ di impatto ci sarà. Ma non sarà così devastante. E poi occorre fare una scelta. Nei primi anni Novanta ero in Giappone, e quella nazione ha pochi spazi. E pure ha saputo creare infrastrutture adeguate preservando al meglio il territorio».

Sulla linea degli arretramenti si è detto d’accordo con il presidente ISTAO prof. Mario Baldassarri. «Lui che è amante della geometria ha sostenuto il quadrilatero. È chiaro che non possa non appoggiare il nostro triangolo».

In Confindustria Fermo sembra ancora non esserci una unità di vedute. «Io faccio parte del Direttivo confindustriale in quanto vice presidente della sezione Accessoristi, e nel prossimo e ravvicinato incontro del direttivo sosterrò questo progetto».

Belletti, che ha girato il mondo per lavoro, fa un esempio tipicamente italiano. «Dovremmo un po’ ispirarci al tratto Modena – Milano, con ferrovia e autostrada affiancate. Si potrebbe aprire un cantiere unico, sia per la ferrovia AV che per l’autostrada. Sfruttando le economie di scala, magari, si può risparmiare qualcosa».

Sulle opportunità per l’entroterra dice: «Per renderlo attrattivo occorrono anche vie di comunicazione adeguate. E se vogliamo ripopolarlo, le infrastrutture non sono necessarie, sono vitali. La nostra è una terra molto bella. Quando vengono a trovarmi i miei clienti stranieri, lo fanno anche perché sono affascinati da questi territori».