MURRI – In merito al dibattito apertosi intorno al futuro del nuovo “Murri”, torna a far sentire la sua voce il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, che decise da presidente della Provincia di Fermo la realizzazione del nuovo ospedale, anche per impedire la costruzione della centrale a biomasse nel sito dell’ex Sadam. Da assessore regionale al Bilancio della giunta Ceriscioli, poi, stanziò oltre 111 milioni di euro per concretizzare il progetto, come è avvenuto.
«Prima di ogni altra considerazione – afferma Cesetti – è necessario stabilire che il nuovo “Murri”, la più imponente opera pubblica mai realizzata nel territorio fermano, non può e non deve seguire la sorte toccata all’ospedale di Amandola, alla cui inaugurazione in pompa magna da parte della giunta regionale non è seguita la piena operatività. Un’apertura a stralci sarebbe semplicemente inammissibile. Per questo motivo, lo scorso 14 febbraio, ho presentato un’interrogazione per sollecitare il presidente Acquaroli a prendere una posizione chiara in merito a questa ipotesi, a mio avviso assolutamente da scongiurare. L’inaugurazione di una struttura vuota sarebbe solo una manifestazione di propaganda elettorale, dannosa per la nostra collettività e per la credibilità stessa del nuovo ospedale. A tal fine, sarebbe molto importante che la giunta regionale chiarisse se sia già disponibile il personale medico, paramedico e amministrativo necessario per il pieno avvio della struttura o, in subordine, se siano stati banditi i concorsi per il reclutamento del personale stesso e le gare per le risorse strumentali».
Cesetti lancia anche l’idea di istituire quanto prima un’apposita commissione istituzionale con poteri decisori che preveda la partecipazione dei rappresentanti della Regione Marche, del Comune di Fermo, dell’Ast di Fermo, della Conferenza dei Sindaci, al fine di redigere una proposta organica volta a stabilire la destinazione esclusivamente socio-sanitaria del nuovo “Murri”.
«Purtroppo – spiega il consigliere del Pd – dalla bozza dell’atto aziendale dell’Ast di Fermo non è dato rinvenire alcunché sulle strategie e neanche sulle intenzioni rispetto alla destinazione del Murri. Invece è ormai tempo di pianificare e programmare, e credo che lo si debba attraverso un reale percorso di partecipazione che veda coinvolti tutti i livelli istituzionali. Intorno all’ospedale, infatti, può e deve nascere una nuova visione della città di Fermo e del territorio provinciale incentrata sulla sanità di qualità e i servizi di eccellenza. In definitiva, penso al “Murri” come a una vera e propria Cittadella sanitaria con il compito e la funzione di inglobare anche uffici e servizi ora sparsi sul territorio. Per fare solo alcuni esempi, cito il Sert, il Dipartimento di Salute mentale, quello sui Disturbi del comportamento alimentare, la direzione, gli uffici amministrativi e i laboratori di via Zeppilli, oltre che ovviamente l’Inrca per una piena e più efficace integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali. Credo anche che nel nuovo ospedale possano e debbano essere posizionati la Centrale operativa territoriale prevista per Fermo e gli ambulatori per ospitare i medici di base, con l’obiettivo di costituire quelle “Aggregazioni funzionali territoriali” che rappresentano il futuro dell’assistenza primaria, quanto mai necessaria in una società che cambia e invecchia. In questa prospettiva, ritengo quindi fondamentale individuare all’interno del nuovo “Murri” anche dei reparti per le cure intermedie e una Residenza sanitaria assistenziale, vista la cronica carenza di posti letto per anziani non autosufficienti e persone affette da patologie neuro degenerative, con l’obiettivo di ridurre il più possibile il ricorso al privato».
«Il progetto che presentammo nel 2016 – conclude Cesetti – intendeva segnare anche l’inizio di un nuovo percorso per ridefinire la funzione del vecchio ospedale “Murri”. E ne sono prova i continui investimenti sullo stesso durante gli anni del governo Ceriscioli. A mio modo di vedere, ora come allora, l’obiettivo resta quello di tenere insieme tutta la rete sanitaria cittadina per arrivare a un punto finale dove ci sia una moderna struttura funzionale e un centro storico rivitalizzato dalle nuove funzioni nel vecchio ospedale».