Coach Ortenzi e il ‘miracolo Yuasa’: «Le emozioni sono state tante. Come premio salvezza porterò i miei figli a New York»

GROTTAZZOLINA – Lo hanno chiamato ‘Miracolo Yuasa’, la squadra di pallavolo di un paese di appena 3 mila anime che è riuscita nell’impresa di salvarsi in Superlega, andando anche oltre. Perché la Yuasa Battery avrà la possibilità di giocarsi i playoff per cercare di entrare in Europa. Uno degli artefici di questo successo è sicuramente il coach Massimiliano Ortenzi, definito l’Alex Ferguson di Grottazzolina. Sedici anni sulla panchina grottese con tanto di scalata dalla serie C alla Superlega.

Ortenzi, l’anno scorso, dopo la promozione, è stato detto che si era fatta la storia ma voi non vi siete limitati quest’anno a fare da comparsa ma anzi, avete dimostrato di poterci stare da protagonisti nella massima serie. Quali sono state le difficoltà iniziali e quale è stato il momento di svolta in cui hai veramente creduto che la Yuasa potesse farcela a salvarsi?

Le difficoltà iniziali sono state tante. Dall’inizio dove abbiamo cominciato a fare mercato dopo tutti e abbiamo dovuto fare di necessità virtù, poi adeguarci al nostro budget e anche il fatto di riuscire ad allenarci in pianta stabile a Porto San Giorgio che è venuto un pochino dopo. L’approccio alle prime amichevoli contro la Lube e Cisterna ci hanno detto che eravamo indietro nei numeri e nella qualità e che dovevamo rimboccarci le maniche ed esser disposti a fare una stagione dove avremmo sofferto e che dovevamo essere disposti a tollerare che ci potevano essere più sconfitte che vittorie. Quando nei momenti difficili riesci a mantenere saldo lo spirito sai che il momento giusto arriva ed è arrivato con Monza e Modena. Entrambe le vittorie hanno il valore della svolta.

Coach, dicevamo, 16 stagioni sulla panchina di Grottazzolina sono tante. Quali sono gli stimoli che ogni anno trovi per restare e non cercare, magari, nuove avventure? E se, tra questi c’è anche la passione dei tifosi grottesi che quest’anno sono stati magnifici non facendo mai mancare il supporto alla squadra

Gli stimoli qui non mancano, ogni anno è sfidante. Sfidante quest’anno approcciarsi alla Superlega e lo sarà il prossimo anno con l’idea di provare a riconfermarci. Questa società non è solo Serie A ma ci sono tante altre cose, tante altre iniziativa che ogni anno si arricchiscono e portano nuovi stimoli per continuare a costruire qualcosa in questa territorio.

I tifosi sono una parte importante della nostra squadra perché ci sono, sono presenti, ci seguono e c’è tanto affetto verso la squadra. Una squadra la quale la gente si è innamorata con gli abitanti di Grottazzolina e Montegiorgio che si prendono cura e coccolano questi ragazzi come se fossero delle vere e proprie star

Si resta in Superlega anche la prossima stagione e ogni anno sarà sempre più difficile riaffermarsi. Non ti chiedo niente delle riconferme riguardo la rosa ma ti domando: qual è lo step che deve fare la società per affermarsi definitivamente al vertice della pallavolo italiana? Mi vengono in mente i giovani e visto che sei anche responsabile del settore giovanile. Come state lavorando?

Per mantenersi ai vertici più che i giovani serve grande stabilità economica, risorse che ti permettono di fare investimenti duraturi. Il nostro compito con i giovani è quello di offrire loro delle opportunità, investire su di loro con la consapevolezza che capita una volta ogni dieci anni in una società come la nostra che un ragazzo delle giovanili riesca ad arrivare alla Superlega. Non dobbiamo negare ai ragazzi di credere ad un sogno ma nemmeno farla passare come una cosa normale perché arrivare in Superlega è qualcosa di difficile.

Ortenzi, per chiudere, vado sul personale e ti chiedo se puoi descrivermi le emozioni che hai provato quest’anno e se c’è qualche persona in particolare a cui vuoi dedicare questa salvezza

Le emozioni di questa stagione sono state tante. L’ho definita la stagione delle prime volte: la prima volta per un ragazzo cche ome me ha sempre sognato di fare l’allenatore e arrivare nel massimo livello in casa e farlo da protagonista è stato emozionante. Così come la prima partita in casa, andare a giocare in casa dei campioni del Mondo e a Modena nel tempio della pallavolo. Tante prime volte e ognuna di queste ha lasciato un segno su di me. L’emozione più grande sono state le prime due vittorie perché hanno significato tanto per noi e ci hanno permesso di toglierci un peso.

La prima dedica voglio farla a tutti i dirigenti e collaboratori, coloro che mettono tanto del loro in questa società e lo fanno come volontari con l’idea che questo è qualcosa di bello da far crescere insieme. L’altra dedica va ai figli perché sono quelli che in tutto il mio percorso supportano e sopportano il fatto di avere un padre che c’è poco, il cui spesso umore è condizionato da cose che non vanno nel verso giusto. Il mio grazie verso di loro sarà onorare la scommessa di portarli a New York come premio per la salvezza.