FERMO – La straordinaria esposizione di vinili a Palazzo dei Priori a Fermo sta incantando tutti, giovani e adulti, appassionati e non. La grande richiesta, soprattutto dalle scuole, ne ha siglato la proroga fino a domenica 17 novembre 2024, per permettere a molti altri di ammirare le oltre 230 copertine di vinili selezionate dalla vasta collezione privata di Alessandro Biocca, composta da più di 8500 vinili frutto di una meticolosa ricerca, raccolta e catalogazione condotte in oltre 35 anni. Quasi 12.000 visitatori hanno invaso in questi mesi la mostra “Musica da guardare. Copertine d’autore e vinili dal 1940 a oggi”. Andy Wharol e la sua cover con la celebre banana sbucciabile, e poi Mirò, Oliviero Toscani, Jeff Koons, Keith Haring, Milo Manara, Banksy. Sono soltanto alcuni degli artisti autori di queste affascinanti copertine, molte delle quali diventate delle cover di culto del rock, del jazz e della musica leggera.
La mostra ha ottenuto grande apprezzamento con un’affluenza in continua crescita proveniente sia dal territorio che da fuori regione, per il modo di comunicare libero, straordinario e a volte provocante delle copertine dei vinili, tra energia e fantasia. Di successo anche le didattiche dedicate alle scuole di ogni ordine e grado, compresa l’attività di laboratorio con la creazione della propria copertina d’autore. Per immergersi ancora meglio nell’atmosfera produttiva dei vinili sono state organizzate anche visite guidate a tema, alcune accompagnate in via straordinaria dal curatore Alessandro Biocca che ha appassionato i partecipanti con approfondimenti, notizie curiose e la visione di copertine aggiuntive non presenti in mostra. Notevole anche l’attenzione riservata da parte dei mezzi di informazione regionali e nazionali. La mostra è promossa dal comune di Fermo e organizzata da Maggioli Cultura e Turismo.
“Musica da guardare” presenta un percorso artistico-musicale attraverso sette sezioni, riferite alle categorie della collezione di Alessandro Biocca: prime copertine, foto, grafica, disegno e fumetto, arte contemporanea, censurati, errori di stampa. La mostra tocca più generi musicali, dagli artisti della pop art e del surrealismo a grandi fotografi, disegnatori e fumettisti e regala una panoramica sulla storia della musica e dell’arte moderna e contemporanea dagli anni ’40 ad oggi.
Immancabili in mostra gli LP dei più grandi interpreti della musica italiana e internazionale: Lucio Dalla, Roberto Vecchioni, Fabrizio De Andrè, Beatles, Rolling Stones, David Bowie, Michael Jackson, Madonna, Miles Davis, Pink Floyd, Massive Attack, Queen, Patti Smith, Lady Gaga…
Spiega il curatore e collezionista Alessandro Biocca: «La vera mancanza, che nessun dispositivo digitale potrà mai colmare, è quella che viene data dall’esperienza visiva. Quella regalata dalla copertina di un disco e che ha avuto il suo massimo picco nel periodo che va dal 1948 al 1982 ovvero, nella parabola che inizia quando l’LP è stato inventato e termina quando è stato presentato il primo Compact Disc. La New Wave è stato l’ultimo genere musicale a sfruttare questo glorioso potenziale».
Dagli anni ’50 gli artisti dei generi più disparati si sono cimentati nelle copertine d’autore che, sempre più spesso, assumono un ruolo paritario rispetto alla musica che accompagnano. Immagini che a volte arrivano a stridere con il pensare comune, sia esso dettato da un credo religioso o politico, e in alcuni casi considerate minacciose a tal punto dal venire censurate, come le copertine di “The Wall” dei Pink Floyd o “Nevermind” dei Nirvana. In mostra sono esposti casi molto emblematici e particolarmente rari da trovare, con tracce in meno, album con il titolo stravolto o con immagini di copertina ritoccate grossolanamente.
Una sezione è dedicata anche agli errori di stampa. Ovvero alcuni dischi che, seppur in quantità limitatissime e per inspiegabili motivazioni, sono entrati in commercio con delle clamorose sviste grafiche, che li hanno fatti diventare oggetti di culto e contesi da collezionisti di tutto il mondo, come la copia errata di “The Freewheelin’ Bob Dylan” di Bob Dylan e di “Crazy Little Thing Called Love” dei Queen.