PORTO SANT’ELPIDIO – È stato fermato per l’ennesima volta dagli agenti della Polizia un tunisino di 27 anni, già noto alle Forze dell’Ordine per una lunga serie di precedenti penali, legato alle dinamiche criminali di Lido Tre Archi e della zona di Porto Sant’Elpidio chiamata “Ferro di Cavallo”. Nella sua carriera criminosa, già dal lontano 2020, ha al suo attivo un lungo elenco di reati, tra cui furti, spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, rissa, violenza privata, violazione dell’obbligo di lasciare il territorio nazionale, invasione di terreni ed edifici. L’ultima denuncia, per violenza privata, risale al 29 gennaio.
In un cruento episodio del 2021 era intervenuto attivamente per favorire la fuga di uno dei capi della faida di Lido Tre Archi, ostacolando l’intervento degli agenti. Il pluripregiudicato è stato intercettato durante un controllo di routine nel centro di Porto Sant’Elpidio, zona da sempre attenzionata anch’essa nelle scelte di contrasto della Questura.
Gli agenti notavano un giovane che mentre passeggiava, fissandoli, cambiando più volte direzione con passo accelerato. Insospettiti dall’atteggiamento, cercavano di seguirlo per fermarlo, ma il nordafricano, avendo intuito le intenzioni dei poliziotti, dopo aver lasciato qualcosa all’interno di una siepe, iniziava a correre velocemente tentando di allontanarsi in direzione di Piazza Garibaldi. Così insospettiva ancor di più la pattuglia che scendeva dal veicolo inseguiva il fuggitivo e lo braccava in Via dei Mille. Come sempre opponeva viva resistenza, sferrando calci e pugni verso gli agenti, i quali, con non poca fatica, lo contenevano e lo mettevano in sicurezza all’interno del veicolo di servizio.
Nonostante i numerosi arresti degli anni passati, l’uomo risultava ancora in libertà, sprovvisto di qualsiasi documento di identificazione e, per giunta, irregolare sul territorio nazionale.
Non immaginava però che all’occhio attento degli operatori non fosse sfuggito il suo gesto di lanciare il sacchetto; così gli agenti ritornavano davanti al piccolo arbusto poco distante e recuperavano la busta in cellophane contenente 16 involucri contenenti cocaina già suddivisa e pronta per la vendita, oltre a diverse banconote di piccolo taglio per un totale di 280 euro, probabile provento dell’attività illecita.
La droga ed il denaro sono stati posti sotto sequestro e il tunisino, dopo essere stato nuovamente fotosegnalato, è stato deferito per tutti i reati commessi all’Autorità Giudiziaria. Ma nei giorni successivi l’Ufficio Immigrazione e la Squadra Mobile della Questura lo fermava nuovamente. Al termine degli accertamenti è stato disposto il suo trasferimento presso il CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) di Bari, in attesa delle procedure per l’espulsione, dove, peraltro, era già stato ristretto amministrativamente per 6 mesi, sino al mese di dicembre dello scorso anno, non venendo poi riconosciuto dall’Algeria, la cui nazionalità aveva mendacemente dichiarato di avere.