Investimenti 4.0, crediti bloccati. Caranfa (Cna Fermo): «Liquidità delle imprese a rischio»

FERMO – Proprio nei giorni in cui Transizione 5.0 è tra i temi più discussi, arriva una tegola sulla testa delle imprese, come riferisce il direttore generale Cna Fermo Andrea Caranfa: «Il Decreto salva conti ha bloccato i crediti d’imposta alle imprese per gli investimenti 4.0 del 2023». 

In sostanza, il Mimit non ha ancora diffuso i modelli necessari per la nuova comunicazione degli investimenti Industria 4.0 / Transizione 4.0 effettuati a partire dal 1° gennaio 2023, impedendo di fatto la fruizione, e quindi la compensazione, dei crediti legati al Piano nazionale Transizione 4.0. 

“Le imprese che hanno realizzato investimenti in beni strumentali nell’ambito del programma Industria 4.0 – prosegue Caranfa – da oggi non possono utilizzare i relativi crediti d’imposta. Come CNA abbiamo subito richiesto lo sblocco urgente dei crediti”.

La spiacevole situazione che si è venuta a creare deriva dall’esigenza di monitorare l’ammontare di tali crediti, “tuttavia non può e non deve bloccare l’utilizzo di agevolazioni fiscali maturate legittimamente”, ribadisce il Direttore. 

Ma cosa è successo? Il Decreto salva conti di fine marzo ha introdotto l’obbligo per le imprese di comunicare l’ammontare complessivo degli investimenti effettuati o in programma che beneficiano di agevolazioni fiscali: “Il nuovo obbligo di comunicazione – dice il Direttore CNA Fermo – comprende anche gli investimenti in beni strumentali nuovi 4.0, materiali e immateriali, relativi al 2023 per i quali la compensazione dei crediti maturati e non ancora utilizzati è tuttavia subordinata alla trasmissione di una specifica comunicazione, le cui modalità non sono state ancora varate dal Mimit”.

Quindi, in attesa del provvedimento, l’Agenzia delle Entrate ha disposto la sospensione dell’utilizzo in compensazione: “A fronte degli investimenti realizzati – sottolinea Caranfa – le imprese non possono utilizzare i relativi crediti, con il rischio di creare difficoltà nella liquidità delle aziende, che legittimamente pensavano di poter limitare i versamenti previsti per la scadenza del 16 aprile. Ribadiamo quindi l’urgenza dello sblocco dei crediti, fermo restando che l’obbligo sarà rispettato dalle imprese non appena sarà disponibile il nuovo modello di comunicazione”.