FERMO – L’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali AGENAS si è recentemente confrontata con il modello francese di governance dei dispositivi medici per apprendere il modello sulle valutazioni operate dall’omologa Agenzia Nazionale Francese e da cui mutuare le migliori pratiche nella implementazione in Italia nel Programma nazionale Healt Tecnology Assesment sul monitoraggio delle politiche di acquisto delle tecnologie sanitarie.
Si tratta indubbiamente di un passo avanti importante verso un programma nazionale che consentirà una selezione trasparente e centrale delle tecnologie conseguendo da un lato l’acquisto di dispositivi sicuri ed efficienti e dall’altro un maggior controllo della spesa pubblica con l’eliminazione di quelle tecnologie ritenute superate o che non rispettato un equilibrio tra beneficio clinico ed efficienza economica.
«Le nostre imprese, e nel nostro territorio ce ne sono di importanti a livello internazionale, saranno chiamate a migliorare i propri prodotti con investimenti ancora più importanti in ricerca e innovazione tecnologica – è il commento di Confindustria Fermo -. Occorre quindi dare certezze al sistema industriale e cancellare il sistema del Payback».
Come funziona il Payback: partendo dal tetto nazionale pari al 4,4% dell’intera spesa sanitaria, la quota di spesa che eccede il tetto deve essere rimborsata per la metà dalla regione stessa all’interno del proprio bilancio, e per il resto dalle imprese fornitrici che si sono aggiudicate le gare.
«Il Payback rischia seriamente di mettere anche questo settore in crisi sottraendo, nelle realtà più solide, risorse finanziarie importanti per la competitività sia in Europa sia nel Mondo mentre nelle altre realtà più fragili siamo al rischio fallimento con riflessi a caduta anche nell’indotto – continua -. Inoltre il Payback sta mettendo in difficoltà anche il bilancio delle Regioni e la Regione Marche non fa eccezione poiché a fronte di crediti iscritti in bilancio per 65 milioni, è risuscita, nel 2023, a incassarne meno di 5 milioni come rilevato dalla Corte dei Conti».
«Si punta giustamente sulla innovazione tecnologica per il miglioramento della qualità della vita del paziente ma se i tetti di spesa imposti dalla norma nazionale vengono “sforati”, occorrono almeno due correttivi in un’ottica di una corretta visione industriale: monitorare il tetto di spesa con un adeguato programma evitando il suo sforamento inserendo tale profilo negli obiettivi di risultato dei Direttori delle Aziende sanitarie e rivedere il tetto di spesa adeguandolo a quelli della media europea – conclude Confindustria -. Diversamente le nostre regioni dovranno fare i conti con un aumento dei crediti che perdurando lo stato attuale risulteranno fatalmente per diventare inesigibili con costi a carico del bilancio nazionale per carichi sociali derivanti da procedure di mobilità e licenziamenti, mentre le Aziende sanitarie rischiano di non poter avere dispostivi medici per i pazienti e dovranno diminuire le prestazioni sanitarie in favore dei pazienti per contrazione delle risorse».