Lido Tre Archi: sequestrato appartamento ad uno dei due clan in guerra per il monopolio dello spaccio

LIDO TRE ARCHI – La Polizia di Stato di Fermo, nella giornata di venerdì, ha eseguito un decreto di sequestro patrimoniale, emesso dal tribunale di Ancona-Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del questore, di un appartamento ubicato a Fermo, nel quartiere Lido Tre Archi.

La proposta avanzata a luglio dal questore di Fermo al tribunale di Ancona ha come destinataria una donna albanese la quale, benché non risulti formalmente la proprietaria dell’appartamento di Lido Tre Archi, intestato ai suoi genitori, viene considerata, di fatto, la reale proprietaria dell’immobile. L’indagine patrimoniale condotta ha permesso di accertare che la donna, così come i suoi genitori, non avessero redditi leciti sufficienti per poter acquistare l’appartamento che, pertanto, è stato oggetto di un decreto di sequestro patrimoniale in quanto si ritiene sia stato acquistato con denaro proveniente dalla commissione di reati, in particolare spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine patrimoniale condotta da personale della divisione anticrimine e la relativa proposta avanzata dal questore al tribunale di Ancona costituisce la prosecuzione dell’attività intrapresa lo scorso anno e culminata, a gennaio, con la confisca di un altro immobile ubicato nello stesso quartiere, di una moto di grossa cilindrata, di una autovettura e di alcuni conti correnti bancari per un valore approssimativo di circa 70 mila euro, misura di prevenzione emessa nei confronti di un cittadino marocchino, destinatario anche della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale che lo obbliga a soggiornare fuori dalla provincia di Fermo.

Il predetto è l’ex compagno della cittadina albanese destinataria di questo sequestro preventivo. I due vengono considerati come i capi clan di uno dei due sodalizi criminali in guerra per il controllo della piazza di spaccio del quartiere Lido Tre Archi. Gli appartenenti ai predetti sodalizi si sono affrontati per mesi con azioni violente ed armate culminate anche in gravi fatti di criminosi commessi mediante l’uso di armi e con la tipica attitudine di “ras intoccabili del quartiere”.