Monterubbiano, paese di storia e tradizioni: l’intervista del nostro direttore alla sindaca Meri Marziali

MONTERUBBIANO – Dopo l’intervista al sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini, ci spostiamo nell’entroterra, più precisamente a Monterubbiano, un piccolo comune di circa 2000 abitanti. Monterubbiano è Bandiera Arancione 2024, un riconoscimento conferito dal Turing Club Italiano ai piccoli comuni dell’entroterra. Ad intervistare la sindaca Meri Marziali, il nostro direttore Matteo Malaspina

Sindaca, lei è una donna al comando di un piccolo comune. Essere donna in politica è un vantaggio o uno svantaggio?

C’è ancora tanta strada da fare, a partire dal linguaggio. Io mi faccio chiamare sindaca: all’inizio sembrava un vezzo invece è un punto di sostanza. Essere una donna impegnata in politica, in alcuni momenti ha il maggiore impegno di mostrare sempre le proprie capacità, mentre questo dovrebbe attraversare entrambe i generi. Sostanzialmente non è un aspetto che favorisce e abbiamo molto da fare rispetto ad una parità di genere sostanziale.

Monterubbiano è conosciuta per le tagliatelle fritte che sono una vera e propria istituzione. Cosa sono?

È una ricetta che mette insieme la storia del nostro territorio, la storia di un ristorante e quella di una cittadina che ha scoperto questa ricetta. Facendo un paragone, sono simili agli arancini all’interno del quale ci sono le tagliatelle. Monterubbiano ha questa caratteristica che abbiamo cercato di valorizzare ospitando un Press Tour a margine di un’edizione di Tipicità con giornalisti specializzati in enogastronomia ed era nata anche l’idea di una sorta di gemellaggio con gli arancini siciliani.

Forte è la tradizione con la rievocazione storica di Sciò la Pica che il prossimo anno festeggia il 60esimo.

È la nostra principale festa del paese che racconta la scoperta delle terre Picene e si collega al picchio della regione Marche. La rievocazione si svolge in due parti: una religiosa in cui vengono donati i ceri in segno di ringraziamento per aver liberato Monterubbiano da una tirannia e una seconda parte c’è invece la Giostra dell’Anello che è una sorta di Quintana con 4 corporazioni che si sfidano. Stiamo lavorando per il 60esimo instaurando una sinergia con l’Università di Macerata e altre realtà del territorio e presenteremo l’anteprima del programma il 7 dicembre perché quest’anno ospitiamo la cerimonia nazionale del Miglior Cavaliere, un gala che andrà a premiare il miglior cavaliere all’interno di tutte le Quintane d’Italia.

È in carica da quattro anni. Cosa è stato fatto in questo periodo?

Quando si è immersi nel lavoro quotidiano, per poter produrre un cambiamento e valorizzare la propria comunità il tempo vola. Ho una grande squadra dietro molto impegnata per poter lavorare a opportunità per far si che Monterubbiano sia visto. Abbiamo intercettato dei fondi, circa 3,5 milioni, attraverso bandi. Abbiamo attivato una sinergia con una spin off dell’Università di Macerata partecipando ad un bando Borgo Accogliente avendo come progettualità l’albergo diffuso per sopperire il problema della ricettività e vorremmo coinvolger anche il privato per riqualificare le nostre strutture. Ci sono progetti che hanno riguardato la rigenerazione urbana con la riqualificazione della biblioteca, con la partecipazione ai Centri Commerciali Naturali, siamo al secondo bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, così come la riqualificazione di spazi pubblici e immobili. A gennaio abbiamo inaugurato la palestra a Rubbianello, una struttura incompleta dal 2014. Abbiamo tolto dal piano delle alienazioni delle strutture pubbliche per ridarlo alla cittadinanza e stiamo ampliando la scuola all’interno del centro storico con due aule. Stiamo anche lavorando ad un’idea di una nuova scuola che però riguarderà la prossima amministrazione.

Per me l’obiettivo fondamentale è quello di lasciare alla comunità di Monterubbiano quello che abbiamo costruito che può essere uno strumento per il futuro anche se andrà a livello temporale al di là della nostra amministrazione.