FERMO – Il modello virtuoso Pdta (Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale) nella gestione delle malattie infiammatorie croniche intestinali dell’Ast di Fermo al centro di una monografia sulla rivista Mondo Sanitario (n.1 edizione gennaio 2025).
«Questo ci riempie di orgoglio e premia un lungo e complesso lavoro portato avanti dai nostri grandi professionisti». Queste le dichiarazioni del direttore generale Ast Fermo, dr. Roberto Grinta ad apertura della conferenza stampa odierna di presentazione del modello Pdta realizzato dalla Uoc Gastroenterologia, diretta dal prof. Giampiero Macarri, e dalla Uos Malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), la dr.ssa Simona Piergallini.
«Mondo Sanitario è una delle riviste più importanti di settore – aggiunge il dg – ed è un onore per noi la pubblicazione che mette in luce il grande lavoro multidisciplinare con, al centro, la nostra Gastroenterologia, nota in tutta Italia per la sua eccellente attività. Il nostro Pdta è anche certificato. Ciò significa massima affidabilità e elevata qualità delle cure per i nostri pazienti. Siamo oltretutto anche nella rete pancreatica».
«Ringrazio il direttore Grinta – il punto del prof. Macarri – per aver creduto in questo progetto dandoci mezzi, strumenti e spazi. Ovviamente il ringraziamento va esteso alla dr.ssa Piergallini. Le Mici sono uno dei nostri core. Si tratta di malattie rare ma non eccezionali e purtroppo, proprio essendo croniche, l’obiettivo è la remissione clinica. Nelle Marche contiamo circa 3500 casi, sono malattie croniche che colpiscono anche i giovani e incidono significativamente sulla qualità della vita. Noi abbiamo effettuato lo scorso anno 1890 visite specialistiche. Abbiamo creato una Ibd Unit, unità funzionale nella Gastroenterologia e sono stati attivati anche tre ambulatori liberi (ossia direttamente accessibili dal paziente) così come sedute dedicate di endoscopia. Tutto ciò è possibile anche grazie alle strumentazioni di ultima generazione di cui disponiamo grazie all’impegno della direzione generale. Questo nostro percorso garantisce un’assistenza immediata al paziente. E diciamo anche che con questo nostro modello abbiamo praticamente azzerato la mobilità passiva incrementando quella attiva. Attualmente abbiamo circa 1.200 pazienti Mici in cura».
«Uno dei valori aggiunti del modello è che il paziente affetto da Mici non deve necessariamente passare dal Cup o dal suo medico di famiglia ma può interfacciarsi direttamente con la nostra infermiera Ibd care. Tutte le prestazioni in regime ambulatoriale sono erogate direttamente da noi – i dettagli forniti dalla dr.ssa Piergallini – non tutte le aziende sanitarie hanno investito in queste malattie. Fondamentale per noi è la collaborazione con l’associazione Amici e proprio con loro stiamo pensando di portare l’argomento nelle scuole. Vogliamo riportare i pazienti a una qualità di vita accettabile».
«Un ringraziamento particolare – concludono Grinta, Macarri e Piergallini – va alla equipe composta dalle dr.sse Sara Traini, Alessandra Sagripanti, Pamela Rossetti e Paola Guardati, alla funzione organizzativa dr.ssa Arianna Mancini, all’infermiera Ibd care, dr.ssa Letizia Ercoli e ovviamente ai medici, a tutto il personale infemieristico, a quello di segreteria, gli Oss e tutti gli specialisti che collaborano nella gestione dei pazienti».