Scuola, opere pubbliche e servizi: Rapagnano paese modello per il territorio. Intervista al sindaco Elisabetta Ceroni

RAPAGNANO – Siamo oggi in compagnia del primo cittadino di Rapagnano, Elisabetta Ceroni..la prima donna sindaco di questo paese…Buongiorno

Sindaco, grazie per averci ospitato nella sede temporanea del comune. Temporanea perché, ricordiamo, che il Municipio in piazza Siccone è inagibile dal 2016 a causa del sisma. Circa 2 anni fa sono arrivati dall’ufficio ricostruzione 1milione e 800 mila euro per il progetto di adeguamento sismico dell’immobile. Quando si potrà rientrare in quella che è la sede comunale?

Sul palazzo comunale, grazie ai fondi dell’ufficio ricostruzione, siamo riusciti a fare un importante intervento di ristrutturazione, messa in sicurezza sismica e riammodernamento degli impianti. Trattandosi di un edificio che si sviluppa in 5 piani, riusciamo a riportare gli uffici, la biblioteca, l’archivio, la sala consiliare e persino un magazzino. I lavori sono in corso e confidiamo di ultimarli entro la fine dell’anno per poi fare tutte le operazioni di trasloco e di riorganizzazione della macchina organizzativa per i primi mesi del 2026.

Municipio che era nel programma elettorale e si inserisce nel contesto della riqualificazione del centro storico di Rapagnano. A tal proposito ad ottobre è stato inaugurato il belvedere. Un opera importante per la città, perché?

L’amministrazione comunale da sempre persegue la valorizzazione del centro storico. Questa progettualità, interrotta con il sisma del 2016, è ripresa. Sono partiti i lavori in questi giorni della chiesa di San Giovanni Battista, per quanto riguarda il palazzo Picchi è in corso di approvazione il progetto, mentre il Belvedere è stata un’opera che ha fatto da apripista alla riqualificazione. Restituisce alla cittadinanza un balcone panoramico sulle nostre colline, impreziosita da una decorazione artistica che riporta il nostro stemma. Ci siamo mossi attraverso due versanti: quello delle opere pubbliche ma anche quello dal punto di vista dei bandi della regione Marche per far sì che, a fianco alla ricostruzione, ci potesse essere un sostegno alle attività turistiche e ricettive che vogliono investire nel nostro territorio.

Non solo centro storico ma anche edifici per i giovani. Parliamo di scuole. Inaugurato l’asilo nido a settembre, c’è il via libera per la nuova scuola Rodari. È vero, i finanziamenti che sono arrivati sono stati decisivi ma di fondo c’è anche una programmazione comunale rivolta alle nuove generazioni, giusto?

Da anni investiamo sui giovani con ingenti investimenti sull’edilizia scolastica. Sia dal punto di vista della sicurezza sismica che della qualità degli ambienti che sono luminosi, spaziosi e all’avanguardia. Per il nido, che ospita oltre 40 bambini a servizio non solo di Rapagnano ma di un intero territorio, si è trattato di un ampliamento e ammodernamento. Abbiamo la scuola dell’infanzia e primaria per la quale abbiamo consegnato i lavori alla ditta e verrà un edificio eccezionale. La scuola secondaria è una struttura nuova, inaugurata nel 2016 e nel 2021 ampliata. Una progettualità che va avanti da 30 anni, grazie anche a mio padre che ha sempre ritenuto che le scuole fossero una priorità e grazie alle dirigenti e al corpo docenti.

Sindaco, ha ereditato la guida della città da suo padre Remigio che tanto bene ha fatto per Rapagnano per decenni. Che impronta vuole dare lei e cosa spera di lasciare in eredità ai cittadini?

Diamo merito a quello che è stato fatto da mio padre e gli è riconosciuto da tutto il territorio. L’amministrazione che ho l’onore di guidare si pone sulla stessa linea e lavora in continuità. Al momento abbiamo 20 milioni di euro di investimenti in opere pubbliche, a cui si aggiungono 20 milioni di euro di investimenti privati. Mi riferisco alla struttura socio-sanitaria che sta sorgendo a Piane di Rapagnano, la quale sarà in grado di offrire risposte a tutto il territorio. Ritengo che le opere pubbliche siano il segnale che un’amministrazione guarda al futuro perché è l’opera pubblica che determina quando una comunità riesca a crescere. La qualità della vita di un borgo si determina in base ai servizi che è in grado di offrire e i servizi passano dalle opere pubbliche. Mi piace ricordare che tutto questo riusciamo a portarlo avanti grazie al lavoro tenace e alla disponibilità degli uffici e ad una squadra di amministratori con la quale c’è grande collaborazione.