FERMANO – «Il Governo Meloni si dimostra per l’ennesima volta miope e incapace di comprendere le potenzialità dei piccoli borghi del nostro entroterra. Il bilancio approvato dall’esecutivo prevede, infatti, una significativa riduzione dei fondi destinati agli enti locali; una decisione che inevitabilmente comprometterà la qualità dei servizi offerti ai cittadini». Questa la nota di Riccardo Strappa, consigliere provinciale del Partito Democratico.
«Ad aggravare il quadro è anche il definanziamento della ricostruzione post-sisma del 2016: il governo non ha ancora restituito i 90 milioni di euro inizialmente destinati ai territori colpiti. Tale somma è stata sottratta ai cittadini terremotati, per essere utilizzata per altre emergenze – continua -. L’emendamento di Fratelli d’Italia, approvato in Commissione, prevedeva in origine un possibile ripristino dei fondi a partire dal 2027, ma nel testo definitivo questa possibilità è stata eliminata. Di conseguenza, chi ha perso la propria abitazione si trova ora a dover affrontare spese elevate per la ricostruzione, ancora più ingenti dovute allo stop al Superbonus»
«Invece di individuare soluzioni concrete a sostegno dei cittadini, il governo e il commissario alla ricostruzione Castelli hanno permesso, senza esitazione, il taglio di 90 milioni di euro, lasciando le comunità in grave difficoltà – dice Strappa -. Inoltre, la mancata proroga della Zona Franca Urbana (ZFU) al 2025 rappresenta un colpo durissimo per i comuni del Fermano che fanno parte del cratere sismico. Questi territori, che costituiscono un patrimonio culturale e sociale unico, si trovano a fronteggiare non solo i costi della ricostruzione, ma anche il rischio concreto di desertificazione economica e demografica».
«Come rappresentante del Partito Democratico nell’assise provinciale, non posso che raccogliere e rilanciare le grida di allarme lanciati dagli onorevoli Curti e Manzi, invitando i consiglieri di maggioranza in provincia a prendere una posizione netta e chiara contro questi tagli indiscriminati ai comuni del cratere sismico – conclude -. La ricostruzione non può essere solo edilizia: è necessario ricostruire anche il tessuto produttivo e garantire una prospettiva concreta di sviluppo. Senza imprese, senza lavoro e senza finanziamenti, non ci potrà essere futuro per le aree colpite dal sisma»