ZAMBIA – Gli attori del gruppo Teatri senza Frontiere sanno bene a cosa vanno incontro, lo sanno ormai da 15 anni, da quando cioè hanno cominciato a mettere la loro arte di attori professionisti, al servizio di quei bambini e ragazzi che, probabilmente, uno spettacolo di teatro lo vedono per la prima volta grazie a loro.
Sanno che le mete da raggiungere, di anno in anno, sono dislocate in parti del mondo che forse definire “difficili” sarebbe persino poco… sono luoghi come Etiopia, Amazzonia, Albania, Ghana, Kenya e anche l’Ucraina del 2023 in pieno periodo bellico, in cui portare un sorriso, un momento di serenità a quei bambini ripaga di tanta fatica e di tanti rischi.
C’è però in questa consapevolezza anche il desiderio di una convinta comunicazione dell’arte teatrale che diventa così veicolo primario di emozioni profonde e non solo per i giovani spettatori; la condivisione di un linguaggio universale fatto di gesti e situazioni sceniche che dicono molto più delle parole. Dicono di una vicinanza alle difficoltà che quei bambini si trovano ad affrontare ogni giorno, dicono delle ingiustizie che – incolpevoli – subiscono, ma dicono anche del desiderio di non farli sentire soli, abbattendo frontiere, appunto, che la creatività teatrale non conosce.
Per TEATRI SENZA FRONTIERE la meta 2024 è lo Zambia, uno dei Paesi con il reddito pro capite tra i più bassi al mondo ma che dal 16 settembre al 2 ottobre, ospiterà – grazie alla collaborazione organizzativa in loco di Padre Renato Kizito Sesana – gli spettacoli per tantissimi bambini e ragazzi, nella capitale Lusaka e altre località.
Come ogni anno, Marco Renzi – fondatore di TEATRI SENZA FRONTIERE – ha proposto un bando di partecipazione alle compagnie italiane che si occupano professionalmente di teatro per ragazzi, invitandole ad una nuova esperienza senz’altro unica nel suo genere. Al bando hanno risposto da varie parti d’Italia, costituendo così il gruppo che, autofinanziandosi, realizza una “tournee” tanto particolare, ma anche tanto ricca di incomparabili emozioni.
Stanno lavorando ora in Zambia, oltre a MARCO RENZI coordinatore generale del progetto che, insieme a SIMONA RIPARI, parteciperà in rappresentanza della compagnia Proscenio Teatro Ragazzi di Fermo, anche GABRIELE CLARETTI (Ass. Ho Un’Idea – Lapedona FM); MAURIZIO STAMMATI, CHIARA LAUDANI, ANNA MAGGIACOMO (Teatro Bertolt Brecht – Formia); NOEMI BASSANI, STEFANO TOSI; (L’Arca di Noe – Varese); GIORGIO RIZZI (C’è Un Asino che Vola – Varese); DANTE CIGARINI (Reggio Emilia); GABRIELLA LELLI (Bologna) e DAVIDE CAFORIO, RUGGERO RATTI, SIMONA SORINA FURDUI per la documentazione.
Gli spettacoli sono proposti in ampi spazi delle scuole, in quelle pubbliche ci sono aule che ospitano fino a cento bambini e la prossima settimana il gruppo di TEATRI SENZA FRONTIERE parteciperà all’inaugurazione di una nuova scuola, alla presenza anche dell’Ambasciatore italiano in Zambia (Enrico De Agostini).
Ad ogni spettacolo, ad ogni laboratorio, ci sono sempre riscontri entusiasti e calorosi nonostante le evidenti difficoltà: il Paese sta infatti vivendo un periodo di grande siccità poiché non piove da gennaio; in tutta la capitale c’è elettricità solo per poche ore al mattino e l’uso dei generatori viene destinato alle emergenze e soprattutto ad azionare le pompe per l’acqua; ecco, dunque, che la ricarica dei telefoni e dei vari apparecchi che servono per documentare tutta l’esperienza, diventa un “lavoro” ulteriore, certamente indispensabile, da calibrare con parsimonia, per non ostacolare eventuali urgenti necessità, e impensabile a noi che non abbiamo di queste preoccupazioni.
Poi accade che, una sera, si scelga di utilizzare uno spiraglio di luce del generatore per offrire agli ospiti uno spettacolo tutto locale: sono ex ragazzi di strada che grazie all’opera incessante di Padre Renato Kizito, presso il Centro Koinonia dove vivono, hanno allestito un’esibizione fatta di spettacolare agilità acrobatica, di ritmo, tamburi e danze. Uno spettacolo che diventa uno scambio di abilità e creatività con il gruppo di TEATRI SENZA FRONTIERE che così, a sua volta, si arricchisce di emozioni e vive appieno il nome che porta nel mondo, perché li sostiene la consapevolezza di essere dove ognuno di loro vuole essere, a partecipare e gioire del sorriso di tanti bambini.
Foto di Simona Sorina Furdui